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FREAKTEST – mi RI-faccio le Superfreak .

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Solo chi di voi mi segue da tempo, ed ha buona memoria, ricorderà che durante la primavera del 2014 pubblicai un articolo/test che si intitolava ” mi faccio le superfreak“.
Quella fu una scelta coraggiosa, prendermi un set così fuori dagli schemi , così riconoscibile e lontano dalla ipertecnicità che mediamente distingue noi italiani. Fu coraggiosa ma fu la scelta giusta, quelle vele mi hanno aiutato molto nel far crescere il sito, a farmi conoscere e riconoscere, e soprattutto mi hanno fatto divertire. Quelle erano davvero le vele di windcam.it. Non perdo poi l’occasione di sottolineare che, 😉 , mi hanno permesso di finire in maniera “fortunosa”, e di esserci ancora ad oggi, sulla homepage del sito HOT Sails Maui, una soddisfazione non da poco per un windsurfista, scarso, della pianura padana. Una scelta talmente corretta che ho deciso di ripeterla, mi sono RI-fatto un set di Superfreak! Altre tre coloratissime vele che mi consentono di “mandare in pensione”, dopo 3 stagioni, le loro sorelle anziane.


Questo articolo per raccontarvi che, anche se a colpo d’occhio le Superfreak sembrano sempre le stesse, il velaio Hot Sails Maui, Jeff Henderson, non sta a dormire sugli allori; e non si concentra solo sulle trendyssime KS3 o Freestylepro. Anzi, le innovazioni che sperimenta su queste linee influenzano positivamente la continua evoluzione del progetto Superfreak. Soprattutto per quanto riguarda i materiali utilizzati, tra queste “Superfreak del 2017” e le precedenti c’è una differenza enorme. Parlo per esempio del peso, non i 50/100gr dei quali vi accorgete solo se pesate la vela su una bilancia, ma di una differenza netta che si percepisce anche solo a sollevare la vela. Ho maneggiato le precedenti centinaia di volte, e una specie di memoria “tattile” sa cosa vuol dire sollevare una 4.7, anche solo per caricarla in auto; c’è un abisso, credetemi. Leggerezza che poi ritroverete in acqua, con una vela molto più prestazionale e che tende a scomparire ancora di più in surfata o in manovra.
Il materiale utilizzato, evidentemente più sottile, ricorda, ad un profano come me, quello delle ali dei kite ( non so se sto dicendo un’eresia, prendete sempre con le molle queste mie chiacchiere ). I colori sono ancora più sgargianti e vividi, le grafiche che mi sono scelto mi piacciono molto, forse un pochino più sobrie di quelle precedenti, ma di certo non passano inosservate. Mi trovo spesso a dover trovare i trim corretti di vele che testo per il sito, proprio per questo quando si tratta delle “mie cose”, è un vero piacere usare invece la stessa misura di prolunga e di boma da anni, una sensazione di sicurezza che, considerando l’ansia che mediamente ho prima di entrare in acqua, da sola vale l’idea di riprendermi “le stesse vele”. Per quanto riguarda l’abbinamento vela/albero, io ho utilizzato diversi modelli di MaverX, ed un Goya, e non ho mai avuto nessun tipo di problema. In acqua sono le “solite” vele, sincere e classiche, nella loro configurazione a 5 stecche, con un range di utilizzo molto ampio che va sfruttato variando soprattutto la regolazione della bugna. Vele tuttofare che permettono di divertirsi sia in acqua piatta, per lunghi e veloci bordi con tavole freestylewave, sia nelle onde con tavole wave multifins.

Ringrazio Raffa di Ocean Avenue, che supporta me e windcam.it da sempre, e Jeff Henderson che mi ha aiutato nella realizzazione delle “Mie Superfreak 2.0”
Lorenzo Windcam

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