Atleti

Intervista di AICW a Fabio Calo’

By  | 

Pubblichiamo volentierissimo , questa intervista che l’AICW ha effettuato a Fabio’ Calo’ , neo Campione Italiano Wave

FABIO CALO’ ITA-720

Come ci si sente Campione Italiano? 

È la realizzazione di anni di allenamenti, di viaggi e di investimenti. Sono di Torino e vivo al Lago di Garda ormai da 8 anni e qui le onde non si vedono mai! Quindi vuole dire che ogni volta che mi devo allenare a fare wave devo prendere il furgone e fare molti km, oppure significa prendere un aereo. Negli ultimi anni mi sono sempre avvicinato un po’ di più a questo mio obiettivo. Mi sento molto soddisfatto e motivato ad allenarmi ancora di più!

 

Come ci sei arrivato a questo livello e cosa è cambiato rispetto agli altri anni? Preparazione? Materiali?

La passione per il Windsurf attorno alla quale gira la mia vita. Sono arrivato ad ottenere questo risultato allenandomi e cercando di rimanere più ore possibili in acqua. Quando arrivo al mare e ci sono le onde il mio obiettivo è di rimanere in acqua tutto il tempo che c’è vento, e se sono tante ore di azione è ancora meglio… vorrà dire che ci daremo il cambio alla guida con i miei compagni per tornare a casa. Vivendo al Lago di Garda e grazie alla flessibilità del mio lavoro riesco a fare Windsurf spesso. Le uscite in Freestyle o Slalom qui al Garda le vedo come un allenamento, come andare in palestra, che mi permettono di essere sempre pronto fisicamente per le trasferte Wave. Associato a questo ogni anno cerco di fare almeno un viaggio per allenarmi tra le onde, solitamente è il Sudafrica! Anche un po’ di palestra indubbiamente aiuta.
Materiali… Per il Wave o Freestyle, sono convinto che è il rider a fare il più del lavoro. Ammetto che mi piace planare a tutta velocità per saltare alto e tra tutte le tavole in commercio, probabilmente le Starboard hanno questa caratteristica nel loro DNA che si combina alla perfezione con il mio modo di navigare. Poi ho lavorato molto sugli alberi grazie alla collaborazione con Maverx dove a seconda della condizione scelgo alberi più o meno rigidi per navigare sempre nel massimo del comfort.

 

Ricordiamo la prima e unica tappa dove hai sconfitto in finale il campione Rosati. Andamento della gara, sensazioni?

Emozioni vere allo stato puro. La sentivo molto la gara e non vedevo l’ora che fosse chiamata. Ho fatto l’impossibile per riuscire ad essere in Sardegna il giorno prima dell’inizio della gara. La chiamata ufficiale è arrivata giovedì sera alle 21:30. 5 minuti dopo ero già in viaggio per Livorno (devo ringraziare per questo Francesco Prati e il mio compagno di viaggio Manuel Poli). Abbiamo così preso il traghetto diurno e nel pomeriggio di venerdì eravamo a Cala Pischina a surfare in condizioni ottime. Sabato è iniziata la gara… onda grande e vento da 4.5. Le mie condizioni preferite. Sinceramente non mi sono quasi reso conto di fare la gara, per me è stato puro divertimento, finalmente una gara con condizioni toste. Entravo in acqua e cercavo solo di scegliere l’onda più grossa del set, andare verticale con dei Bottom profondi in piena velocità, poi uscivo dall’onda e cercavo il picco più alto per saltare, esattamente quello che faccio in freesurf.
Non è stata comunque facile perché ho dovuto affrontare molti rider forti, iniziando da Jacques Barbieri e Gianmario Pischedda (entrambi local di Cala Pischina), per finire con Lorenzo Michelacci e vincere il Single. Questo è accaduto il sabato. La domenica il vento era meno forte ma le onde erano semplicemente fantastiche, set con minore frequenza del giorno prima ma quando arrivavano le onde erano più grandi e lisce! Stesso criterio di giudizio del sabato per il Double Elimination dove venivano contate 2 onde e 1 salto. Ho armato la 5 e la tavola grande e sono stato tutta la giornata a guardare gli altri aspettando il mio avversario… che non avevo dubbi sarebbe stato Andrea Rosati, aveva “leggermente” il dente avvelenato dal giorno prima ed era veramente on fire! Entriamo in acqua per la finale, il vento è leggero e so che avrò difficoltà a saltare. Cerco ancora una volta di prendere le onde più grandi, ma Andrea ovviamente non è da meno. Poi per magia prendo una raffica ad uscire e arriva un bel picco, riesco a saltare alto… bandiera rossa poco dopo. Saliamo sulla collinetta, le gambe mi tremano ma dopo poco i giudici annunciano il verdetto: vinco io e non c’è nemmeno bisogno del re-sailing (nel caso avesse vinto Andrea). Ero al settimo celo! Una bella botta di adrenalina, faticavo a crederci di aver vinto in una condizione dove contava di più il waveriding, contro Andrea che è uno dei migliori waver al mondo (guardatelo in Sudafrica ad Haakgat o a Cape Point e poi mi darete ragione anche voi).

Le tue manovre predilette e dove invece pensi di dover migliorare?
A parte cercare sempre la massima verticalità nel Cut Back, adoro saltare! La mia manovra preferita e “trademark” è sicuramente il Forward a sinistra, mi “ispira” anche molto il Back Loop a destra. Invece devo migliorare la media di chiusura del Back Loop a sinistra… ma ci sto lavorando! A Cala Pischina ho iniziato a chiudere i primi Wave 360 davanti all’onda ma sono eccezioni, vorrei che però questa manovra chiusa dentro l’onda entrasse nel mio repertorio.

 

Non si è riusciti a svolgere la seconda tappa, quella prevista nel Lazio. Anche due tappe secondo te sono poche?
Lavorando nel settore conosco i budget e per organizzare gare ci vogliono persone che abbiano il tempo di farlo e servono soldi e sponsor. La burocrazia ci limita molto se vogliamo fare le cose seguendo le regole. Ogni gara è un’esperienza di vita che mi arricchisce. Condividere momenti intensi con i propri amici è sempre bello e di forte stimolo. Per questo vorrei che ci fossero più gare!
Abbiamo aspettato con ansia la gara nel Lazio, grazie al team 4Windsurf durante l’attesa tra settembre e novembre non ci siamo persi una perturbazione e siamo riusciti a fare Wave quasi due volte a settimana. Mi sentivo pronto, anche con le tavole nuove, e la delusione è stata grande che non sono arrivate le condizioni giuste. Avrei preferito rimettermi n gioco con tutti gli altri forti rider che avrebbero partecipato alla gara. Speriamo di riuscirci l’anno prossimo.

Il Wave è una disciplina spettacolare e difficile. Rispetto alle altre, a tuo avviso, come sta messa?
Il Wave per quello che mi riguarda è l’essenza del Windsurf, la disciplina più spettacolare e rischiosa, forse la più difficile. È il rider che conduce la tavola e che riesce a impattare il lip nel punto giusto con l’inclinazione perfetta e alla massima velocità… lo shape lo può aiutare a fare le cose meglio. È proprio questa caratteristica che rende speciale il Wave. Se nel Freestyle la manovra o la fai o non la fai, nel Wave anche se non si è così radicali, ognuno può comunque disegnare come un artista le sue curve sulle onde e trarre il massimo della gioia da questo. In gara entrano altri fattori di radicalità invece da prendere in considerazione, ma è soltanto un aspetto molto ristretto della disciplina. Ognuno a modo suo può essere un waver, l’importante è sentirselo nell’anima. La difficoltà del diventare bravo nel Wave rispetto alle altre discipline per quanto riguarda la maggior parte delle persone è trovare le condizioni ottimali. Mi spiego, per imparare uno Spock nel Freestyle o una bella strambata “da gara” per lo Slalom, in qualunque giorno di vento, al mare o al lago, le potresti provare centinaia di volte e prima o poi le chiudi. Cento Back Loop invece in quanto tempo li provi? Non saprei, ma sicuramente non in un giorno, forse nemmeno in una stagione… ecco quindi che i tempi per imparare le manovre nel Wave si allungano notevolmente. Per questo motivo nel Wave ci vuole determinazione e pazienza! E in più sarebbe meglio essere completi su entrambe le mura come ho sempre cercato di esserlo, alternando uscite mure a sinistra e mure a dritta.

 

Cosa ti aspetti dalla nuova stagione 2014? Ti concentrerai su qualche disciplina magari trascurandone altre? E cosa ti piacerebbe?

Aspetto di vedere il calendario ufficiale. Sono contento della conferma del Grand Slam di Coluccia in modo che tutti i rider possano concentrare energie e risorse per quel grande appuntamento. Per il Wave mi aspetto la classica Cala Pischina e magari altre tappe… un po’ mure a sinistra e un po’ mure a destra per non fare torto a nessuno!
Personalmente continuerò le mie uscite lacustri per imparare qualche manovra nuova nel Freestyle e tenermi allenato. Vorrei concentrarmi di più sullo Slalom, anche se dipenderà dal materiale che utilizzerò per le prossime stagioni, di cui so ancora molto poco. Wave, Freestyle e Slalom… secondo me il Windsurf va vissuto a 360°, l’importante è stare in acqua il più tempo possibile!

 

Infine, sembra che ti stai per avvicinare ad uno dei traguardi più importanti, stai per diventare papà…
Si!!! Il ritardo della pubblicazione di questa intervista è stato proprio perché la scorsa settimana, il 4 dicembre è nato nostro figlio, Francesco Liam. È iniziata una nuova avventura e siamo molto emozionati e felici!

 

Ringraziamenti?
Gli obiettivi raggiunti dal singolo spesso sono il frutto del lavoro di un team. Essere il nuovo Campione Nazionale Wave è un sogno che si avvera, reso possibile grazie al supporto di molte persone. Prima di tutto grazie alla pazienza di mia moglie Jacqueline che accetta la mia perenne “precarietà” giornaliera e le immancabili vacanze e spostamenti solo in funzione di onde e vento. Devo ringraziare anche i miei compagni di viaggio per le numerose trasferte, sono tanti, ma lo zoccolo duro è sicuramente composto da Manuel Poli e Nanni Griffini, compagni anche degli allenamenti invernali e grazie al lavoro di squadra ci spingiamo l’un l’altro a migliorarci. Alessandro Venezia per il suo occhio attento e costruttivo da dietro le quinte. Tutta la cumpa di Torino per l’affettuoso supporto e i ragazzi del Lago per la condivisione delle uscite giornaliere.
La mia famiglia che da quando a 18 anni ho deviato la mia strada verso la vita per il Windsurf non mi ha mai ostacolato ma facendomi sempre riflettere sulle decisioni da prendere.
Per ultimi ma non ultimi i miei sponsor senza i quali gran parte di tutto questo non potrebbe esserci: Coast to Coast per il fondamentale supporto nella stagione 2012; Starboard e Neil Pryde per fornirmi tutto quello di cui ho bisogno; MaverX per il grande lavoro svolto sugli alberi; AL360 per l’affidabilità dei suoi boma; Prolimit per mute e trapezi che mi hanno sempre tenuto al caldo e con il massimo comfort possibile; MFC per le pinne e per rendere le mie tavole ancora più veloci e performanti; il Pier Windsurf per permettermi di sfruttare al meglio uno degli spot più ventosi del Lago di Garda; e la palestra Body&Soul di Riva del Garda dove potermi tenere in forma in un ambiente rilassante e professionale. 4Windsurf e 4Sup i progetti in cui metto tutte le mie energie!

ecco una succosissima gallery

 

 

 

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *