Inchieste

Old school moves: Table Top.

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Testo Matteo Muraro, Foto Carli.  Il table top è un salto che si vede sempre meno nei video o nelle foto, sará che nelle gare wave non viene valutato con punteggi alti. Vero é che un bel table top contorto alla Boujma o stile Victor Fernandez fa sempre la sua bella figura.

Durante le mie ultime vacanze pasquali ad Almeria – uscirá prossimamente un articolo su Funboard – ho cercato di alternare al forward mure a dx, mia innata passione, qualche bel salto alto, tra cui il table top.

Le condizioni ideali per impararlo sono una bella rampa di mezzo metro o un metro, vela da 5,3 in giú (meglio se 4.7-5.0) e tavola wave o freestyle wave. Se le condizioni sono side sará piú facile calcolare il timing esatto, soprattutto dato che il table top è un salto che riesce meglio arrivando al traverso o al lasco sull’onda piuttosto che bolinando. Era stato il buon Maurizio Gusella a Jericoacoara che mi aveva dato il tip di non bolinare sull’onda, consiglio da subito applicato con buoni risultati.

Le sequenze qui sotto riescono a dare piú di molte parole l’idea di come fare un table top “decente”, ovviamente piú volate piú avete tempo di scalciare e trasformare la vostra acrobazia da un semplice donkey kick ad un “sick tweaked air” che alla mia etá, ahimé, non mi riesce piu! Ahahahah!

Vi consiglio di rivolgere la mano anteriore verso il basso, avvicinare la presa del boma verso l’albero prima di saltare, e lasciare la mano posteriore morbida per poterla avvicinare all’anteriore nel culmine del salto.

Differenze tra farlo basso o alto:

Nel primo caso tutto deve essere velocissimo, appena esce la pinna dall’acqua bisogna giá scalciare, e appena pensiamo di essere al top richiamare velocemente per non rischiare di “atterrare di pancia” con la tavola ancora di taglio. Nella prima sequenza riesco ad atterrare praticamente in planata…

Nel secondo caso abbiamo tutto il tempo per andare in alto e posizionarci, ma soprattutto dobbiamo ricordarci di mantenere la posizione di tavola al contrario per qualche attimo in modo da non ritrovarci “giá richiamati” ad un paio di metri d’altezza con la vela piena, con il rischio di un piattone clamoroso. Nella seconda sequenza compio quest’errore e vi assicuro che l’atterraggio non è stato proprio dolce.

Aspetto i vostri commenti qui sotto,
un salutone
Mat

RRD-RRD-RRD-Al360-www.hidi.com

Fotos: Carli

PS: mi scuso per la qualitá delle foto, la sabbia volante ha intaccato lo zoom proprio durante l’ultima sequenza.

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