Viaggi

Fuerteventura, dunas Selvajes!

By  | 

fuerte sup (4)

Non sono state le onde che ho surfato quelle che mi hanno spinto a ritornare nella desertica Fuerteventura, fù l’onda che non sono mai riuscito a prendere. Solo due anni dopo che i miei occhi videro per la prima volta questi banchi di sabbia bianca, sono ritornato a Fuerte. Ero già venuto con alcuni amici ma quella volta non avevamo preso delle buone condizioni, soprattutto per il windsurf. Quella volta non ero a conoscenza del SUP. Passando però del tempo dell’isola avevo capito del potenziale di quei luoghi e di quelle onde. Sono ritornato solo perché un posto mi era rimasto ancora da provare ed ho sognato in tutti questi anni per vederlo lavorare. Majanicho è uno di quei spot che lo sogni la notte.
Questa volta sono andato solo con la mia ragazza. Abbiamo deciso in Fuerte anche perché eravamo delusi dall’ultimo viaggio fatto a Tenerife, così piena di turismo e di urbanizzazione massiva senza senso. Di villette a schiera, di gente che va in piscina, del sud dell’isola che è come Las Vegas portata al mare, fatta di comodità e di bruttezze moderne. Volevamo qualcosa di puro, di selvaggio, di evasione dalla città, in vero surf style. Vivendo a Vienna da oltre un anno, il mio unico pensiero era quello di respirare di nuovo l’ambiente surfistico, di fermarsi a parlare di onde, di condizioni, di materiali e di tutto quello che circonda l’ambiente. Volevo stare con gente che ha scelto il surf come stile di vita, che ha abbandonato il suo paese per venire in un luogo solitario per vivere solo con le onde e niente più. Alla mia ragazza gli ho detto che sarebbe stata un’esperienza “de puta madre”, che si sarebbe appassionata del nulla, di luoghi incredibili e di valli senza neanche un albero per poi incontrare onde che non ti aspetti cosa ti potrebbero offrire. E’ questo che fa di questo luogo una destinazione attrattiva per me. Una volta che sei lì è incredibile come raggiungere uno spot, trovare onde e conoscere gente. Nessuno vive vicino alle zone di surf, non ci sono strade, asfalto, parcheggi, alberi, toilette o acqua. Questa bellezza di queste avventure è la risposta a perché vuoi ritornare.
Ho voluto fare un tipo di viaggio diverso dal solito surfista che vive in città e lontano dal mare. Di quel surfista che sfrutta ogni singolo minuto per prendere il maggior numero di onde perché ha poco tempo ed ha come un’ansia interna. Ho voluto stare nell’isola come un local, che non ha fretta, che domani ha altre onde, che va poco in acqua ma quando le condizioni sono migliori e che poi passa la giornata dentro alla shaping room a parlare con gli shapers, a esporre il feeling con il materiale, ed a pensare alla prossima tavola da costruire.

fuerte sup (7)
La sera prima di arrivare sull’isola ero a Vienna che stavo mettendo le mute in valigia quando ricevo una chiamata da Daniele e Francesco, due vecchi amici, che mi colgono di sorpresa dicendo che sono già a Fuerte, a mia insaputa. E’ una buona notizia perché potrò riassaporare l’aria di casa, di parlare di cosa succede nel mio mare e di scherzare di nuovo.
Domenica mattina siamo arrivati a Corralejo ed eravamo già stanchi dall’alzataccia delle 3 di mattina, però il viaggio non era che appena iniziato. Mi metto immediatamente in contatto con il local Iza, forte surfista cantabrio spostatosi a Fuerte per avere temperature più miti rispetto a quelle del nord Spagna. Concordo con lui un corso intensivo di surf per la mia ragazza e mi faccio lasciare il numero di un certo Kike, local di Fuerte, che negli ultimi anni si è dedicato completamente al SUP. Iza mi avverte già del personaggio magnetico e affascinante. Iza mi dice di chiamarlo la mattina successiva perché lui sicuramente andrà in acqua nello spot migliore, con o senza vento. Avendo visto le previsioni decido di dedicarmi al SUP in quanto il vento entrerà forte solo alla fine della settimana. Se solo avessi conosciuto il SUP wave qualche anno prima, non sarei stato tutto quel tempo seduto su quella pietra tagliente a Majanicho con le dita incrociate sperando che il vento entrasse forte e perfettamente da est.
Con Irene occupata per tutto il giorno al corso di surf, Daniele e Francesco in balia delle famiglie, mi ritrovo ad essere solo. Andare da solo ti permette di rinascere un’altra volta. Quando viaggi solo vuoi era trovare le onde migliori però allo stesso tempo hai bisogno di qualcosa in più di solo onde. Come essere umano hai bisogno di comunicare con altre persone e praticamente metà dell’avventura consiste in fare nuove amicizie e confrontarti con altra gente che trovi lungo il cammino. Te li trovi ed inizia ad unire un’amicizia fino al giorno in cui ti dici addio e probabilmente sapendo che non lo rivedrai mai più. E’ un’esperienza molto intensa ma che ti permette di conoscere il luogo fino in fondo tanto come a conoscere te stesso. Ho scelto di vivere questa esperienza con la mia ragazza perché è una persona solare e riesce a vedere le cose positive dove nessuno vede niente di buono. Queste esperienza possono non aver senso se alla fine non le condividi con nessuno.

fuerte sup (2)
All’appuntamento con Kike all’incrocio di Lajares per Majanicho, mi fa subito strappare un sorriso. Volkswagen T3 colorato di rosa, barboncino bianco con il muso fuori dal finestrino e lui, stiloso come una rock star: tattoo maori per tutto il corpo, ricci lunghissimi biondi quasi bianchi dal sole ed un sorriso infinito. Già dopo 30 secondi eravamo amici.
Non mi sono portato con me nessuna tavola perché volevo provare tutto il materiale che i vari shapers di Fuerte stanno proponendo. L’isola è piena di shapers che negli ultimi 5 anni si sono dedicati completamente allo shaping di SUP da onda radicali. Kike mi porta per primo da Pierre, shaper francese di windsurf SUN-7 ed ora di SUP One-Che che prende il nome dagli aborigeni dell’isola “Guanche”. Abbiamo passato almeno 4 ore parlando di materiali, forme, linee per poi decidere quale tavola prendere per le condizioni del giorno dopo. Mi propongono una 8’2” da 110 litri, semplice ma divertente sull’onda ed interamente rivestita in sughero. Ha sughero a vista sopra e sotto, una cosa che non avevo mai visto prima. Se premi con il pollice la tavola è come morbida. Pierre ha preso quest’idea perché il sughero è un materiale con memoria infinita, lo puoi comprimere quante volte vuoi ma ritorna sempre alla sua forma originale. Questo permette di evitare quel classico problema dei surfboard che rimangono ammaccati appena premi con un dito. Pierre ha deciso questa costruzione perché il carbonio è troppo rigido, le tavole sbattevano al momento della surfata, non erano aggraziate, perdevano velocità e ti stancano subito le gambe e le ginocchia. Nulla è lasciato al caso, anche nella scelte della pagaie c’è dietro un mondo da scoprire. Le uniche pagaie che mi consigliano sono le Quickblade, dicono sia il top del mercato, altro non propongono.
Il primo giorno partecipo anche ad un corso di surf con Irene, per poterla motivare e ridere del suo stile. Ne è valsa veramente la pena partecipare soprattutto quando una turista olandese si è dimenticata di mettere il freno a mano alla macchina a noleggio e questa è volata di sotto dal costone del Cotillo. La signora vince il doppio premio di “parcheggio più vicino al picco” e “trick of the day”. Spettacolo puro al momento dell’intervento della gru.

fuerte sup (6)
La mattina seguente vado presto con Kike a quello spot che tanto aspettavo, Majanicho. E’ un luogo prezioso e desertico. Mentre guidavo dietro di lui ero ansioso di passare la collina per vedere il mare. Arrivati sullo spot c’è già Stephane Etienne (fortissimo windsurfista bigwaver francese) ed altri 3 locals francesi. Il vento è assente e c’è silenzio. Rivedo in lontananza un vecchio pescatore che ricordavo dall’ultimo viaggio in cui ogni mattina si recava tra le rocce con un mestolo e la sua capra usata come cane per prendere del sale marino per conservare il pesce. Vive in una baracca sulla baia, senza luce e senza tecnologie, non l’ho visto andare di corsa e stressato, invidia.
Le onde sembravano piccole, nessuno parlava, però dopo averlo osservato per alcuni minuti, un mega serie perfetta avanzava verso di noi. Le onde sembravano piccole solo perché il piccolo si trova a 10 minuti di remata da dove entri in acqua. Ormai Majanicho è diventato uno spot SUP, come mi aveva avvisato Iza. Non ci sono problemi con i surfisti perché ci sono spot migliori per il SUP ed altri migliori con il surf. I due sport non s’incontrano mai e non c’è localismo. Majanicho, vista la distanza del picco, è diventato SUP. Appena m’inizio ad infilare la muta arrivano anche le gemelle Moreno, Daida & Iballa, anche loro locals di Fuerte. Inizio a pensare di essere al posto giusto nel momento giusto. Sono l’unico “turista“ tra i locals, un sollievo. Penso a che brutto spot abbiano scelto oggi Daniele, Francesco e tutti gli altri vacanzieri. Mando un sms a Daniele dicendo “Vado in acqua con Iballa” e neanche dopo due ore dal messaggio sono entrati in acqua con me.

fuerte sup (1)
Tra i furgoni è una gara a chi tira fuori il SUP più estremo: Iballa entra in acqua con lo Starboard 7’4”, Stephane con un SUP che avrà avuto 85 litri ed il mio amico Kike con One-Che 7’7” da 85 litri. Anche i francesi entrano in acqua con SUP custom che non hanno neanche la maniglia da quanto sono piccoli. Sono custom dello Shapers mallorchino Pedro di Bubble o del altro shaper Pablo con la sua marca Forty Feet. Entrato in acqua noto subito come tutti remano con una tecnica ben precisa per poter stare in piedi su quelle tavole così piccole. Io con la mia 110 litri non trovo difficoltà perché è molto stabile nonostante non salivo su una tavola da novembre scorso. Rimango stupefatto da come tutti i francesci ormai avanti con l’età stanno in piedi su quelle tavole. Mi riferiranno poi che tutti, le Moreno comprese hanno fatto un corso di remata sul SUP presso la federazione e Kike è istruttore SUP. Mi dà le prime diritte sulla remata ed inizia la session. Majanicho è uno di quei spot da video: acqua piatta, trasparente ed onde destre che rompono perfette tutte sullo stesso punto. Vedo subito l’alto livello in acqua e mi mette un po’ di timore nel non disturbare i local. Subito però mi accolgono a braccia aperte, forse perché sono arrivato con Kike, e mi invitano al picco. A turno ognuno prende la sua onda. La prima è stata uno spasso: parete liscissima, fondale cristallino che ti dava la sensazione di un metro di onda più grande, sole, vulcani all’orizzonte e tavole che era un missile col servosterzo. Surfiamo in 7 persone per almeno tre ore con Iballa che fa degli super spray, Stephane che fa aerial e 360 sull’onda e Kike che ha uno stile più surfistico, velocissimo e curve radicali. Il clima è rilassato, tutti scherzano e non c’è competizione. Nell’ultima mezz’ora prima di uscire distrutto entrano in acqua anche Daniele e Francesco, con un sorriso da 15enne viste le grandi onde del picco. Mi riferiranno poi a cena che è stato un orgasmo.
Finita la session a Majanicho sono andato dinuovo nella shaping room di Pierre per vederlo all’opera nella realizzazione di una 85 litri in sughero e capire l’arte dello shaping per poi finire a pranzo con lui. La gente da queste parti è particolarmente appassionata al mondo del surf e non vedono l’ora di scambiare idee con gente diversa.
Nel giorno successivo sembrava che le condizioni per il SUP peggiorassero perché iniziava ad entrare vento. Provo a vedere a Punta Elena o a “La Caleta” come entrano le onde. Le onde erano piccole ed inizio subito a demoralizzarmi. Decido di fare un giro spensierato sulla North Shore. Appena imbocco la strada per Majanicho, davanti a me vedo il furgone di Iballa ed è già buon segno. Arriviamo sullo spot e le onde rompevano regolari, anche meglio del giorno prima, senza il vento annunciato. Entriamo in acqua io e lei e ci facciamo una session di due ore noi soli pensando agli altri locals che non ci hanno creduto. Iballa come una vera canaria parla pochissimo in acqua. Alla fine lei esce dall’acqua prima di me. In quell’ultima mezz’ora da solo mi sono guardato più volte attorno ammirando il panorama e pensando a che fortunato sono. La sera stessa ho fatto un’uscita serale con Daniele e Francesco a punta Elena, il loro spot sotto casa. Punta Elena è una buona alternativa, con belle onde, a volte anche grandi da trascinarti fino a riva. L’onda rompe piccola verso il porto di Corralejo mentre spingendosi più verso Flag Beach, è più massiccia. Il tramonto di Corralejo è incredibile, con i vulcani all’orizzonte. A cena ci siamo ritrovati tutti insieme, raccontando la giornata. Per Irene era il suo ultimo giorno di corso ed era emozionatissima di sapersi mettere di piedi già dopo tre giorni di corso. Ormai parla di onde, del difficile che è il surf e di quanto gli ha cambiato già la vita: “prossimo viaggio a Fuerte, con le mie onde del Cotillo”, ha dichiarato!
L’ultimo giorno di permanenza a Fuerte, dopo una uscita breve a Majanicho, sono andato a trovare Pedro di Bubble. Il suo shaping room è nettamente più ordinato del francese. Quando sono entrato stava dando l’aspirapolvere, come una brava donna di casa. Pedro ha sempre fatto tavole da windsurf wave molto radicali. Stava giusto terminando una paio di tavole per alcuni amici di Mallorca. Le linee d’acqua erano bellissime e affilate come coltelli. Erano due quad di 64 e 74 litri ultra custom, anche nel passo delle streps, e della distanza tra le viti delle streps, robe da Cenerentola. Aveva appena fatto posto per la nuova fresa ed era felice come un bambino per la quantità di lavoro a mano che gli toglie la macchina. Mi ha fatto vedere anche i sui SUP e sono nettamente differenti da quelli di Pierre. Questi sono radicali e punto. Mi fa vedere l’ultimo fatto da 95 litri tutto in epoxy e con carbonio sotto al pad. Il fatto che ogni shaper ha idee diverse e diversi concetti è interessantissimo. Puoi prendere due tavole esattamente della stessa misura ma fatte da due shapers diversi ed il gioco cambia.
Il viaggio a Fuerte finisce con una giornata di vento forte completamente on-shore impraticabile in ogni spot. Non sono entrato in acqua perché ero già in pace con me stesso, Fuerte mi ha già stregato!
Conerostyle, Ancona, Portonovo, Italy
www.conerostyle.com

fuerte sup (9)

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *