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FORWARD CLINIC 720 – Con Fabio Calò al Pier Watersports Center

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Cosa ci faccio io, ad un clinic di Fabio Calò, sul forward loop poi, in effetti merita una lunga premessa per spiegarlo. Però sì, ci sono andato, mi sono divertito, forse qualcosa ho imparato, e adesso ve lo racconto.
Tutto è iniziato dopo una buona uscita invernale a Sottomarina; quando, mentre mangiavamo qualcosa, parlando con Fabio, tra una battuta e uno scherzo ci siamo “trovati” iscritti a questo Clinic. Uso il plurale perchè siamo addirittura partiti in 3 da Bologna per partecipare. Il forward è una manovra che ti distingue, è il sogno nascosto di più o meno tutti i windsurfisti, se sei uno di quelli che lo fa, meriti rispetto; sì ok, puoi esser forte nelle onde, uscire in mareggiate severe, ma se non lo fai, hai sempre un po’ questa macchia addosso, e io me la sentivo eccome. Non giriamoci attorno, per iscriversi ad un Clinic serve una bella doccia di umiltà, e io con questo articolo cercherò di spiegarvi perchè vale la pena farla. Se mediamente noi windsurfisti siamo perlomeno boomer, nel momento che ci iscriviamo ad una cosa del genere diventiamo anche immediatamente cringe ( direbbero i millennials). Un windsurfista, soprattutto italiano, tipicamente è uno che “insegna” non che “si fa insegnare”; noi italiani siamo fatti così, soprattutto a parole, ne abbiamo mille da raccontare, una più radicale dell’altra, noi italiani non ci iscriviamo ad un corso, lo si considera da “sfigati”. E il forward ? E il forward con questo atteggiamento rimane un sogno, mentre invece, chi questa doccia di umiltà se l’è fatta senza troppi problemi, in questi anni andava, imparava e tornava a snocciolarceli in faccia. Potrei fare tanti esempi, ma credo che quello che fa sempre Fabio, nell’introduzione al corso, sia il più rappresentativo, il mitico Guido che si è presentato ad un Clinic poco prima di compiere i 60 anni e adesso se lo incontrate in mare, di forward ne fa 3 ad ogni bordo ( e nel frattempo ha affinato anche una surfata di tutto rispetto).

Mi sono divertito, Fabio è un motivatore formidabile e un precisissimo tecnico; ha messo a punto  una serie di esercizi preparatori, una specie di percorso.  Si inizia a terra, poi sul tavolone, per poi passare a tavole freeride, al simulatore con “atterraggio” nel lago dal pontile, per finire a provarlo con la propria attrezzatura. ( Domenica mattina con il peler, Fabio e Nanni in mezzo al lago sul gommone, a incitarci, correggerci e fare video, e noi tutti a provare davanti a loro, è stata forse l’uscita lacustre più adrenalinica degli ultimi 20 anni). Ogni passaggio era seguito dalla visione dei video in aula, per rivedere e provare a correggere gli errori. Un approccio tutto diverso da quello che negli ultimi 30 anni ho avuto verso questo sport, lui ti trasmette conoscenze e trucchi, sta a te riuscire a metterli in pratica. Forse non siamo stati fortunatissimi con il vento, ma nemmeno troppo sfortunati; abbiamo avuto 3 momenti differenti in acqua nel weekend, è mancato solo quello della domenica pomeriggio, considerando che il nostro sport è sempre legato al meteo e pianificare una cosa con mesi di anticipo non è mai facile, io mi ritengo soddisfatto. Quello che sarà importante sarà continuare nelle prossime uscite il percorso iniziato, continuare da soli, o comunque tra di noi aspiranti forwarder. Il goal di un Clinic come questo non è tanto uscire dicendo “l’ho fatto” , quanto uscire dicendo “adesso so come provarlo” , ed io credo di averlo centrato.

Insomma se consideriamo questo come un “test di un clinic” , è ampliamente superato, credo valga davvero la pena investire un po’ di tempo ( e di denaro ) in cose come queste. Dopotutto spendiamo per la nostra passione una quantità incredibile di soldi, quasi sempre e solo per il materiale; credo sia corretto anche investire sul nostro livello e soprattutto sul nostro divertimento. Sono tanti i rider, ex-pro o comunque di alto livello, che si stanno cimentando nel windsurf coaching: Ben Proffitt, Colin Dixon, Dany Bruch, Dieter Van der Eyken per esempio. Noi italiani come detto sopra siamo un pochino più restii, ma abbiamo anche noi i nostri storici coach, ed è ora “di farli lavorare” un po’ di più.  E il forward direte voi ? Lo hai imparato ? Ci vedremo presto in spiaggia, io vi prometto che ce la metterò tutta per stupirvi 😉  . Mi piace chiudere questo articolo, copiando quello che uno dei partecipanti (Max) , ha scritto su Facebook quando ha condiviso una delle gallery di foto del Clinic: “È stato un weekend che mi ha lasciato una positività destabilizzante. Fare gruppo con perfetti sconosciuti ha quel che di umano che si è perso in questi anni. Sarà la passione, sarà un mondo tutto nostro, ma chi ama l’acqua ama conoscere, sapere e stare con gli altri.”

photo © FabioCalòClinics720 / Wambli-Wambli

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