Inchieste

#Hashtag #Fullpower

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Promozione windsurfistica 2.0 nell’era di Facebook, Instagram e Twitter

Testo C.M. foto Windcam.it

Premessa: Lo so ci siamo passati più o meno tutti… chi sognava di essere un pro… chi invece era “realmente” promoter di un negozio (con gli adesivi del negozio in bella mostra sulle vele, sul furgone e con la tshirt d’ordinanza sempre indossata), chi aveva il numero velico,  chi invece aveva comprato la vela usata con un bell’ adesivo PWA e non l’ aveva mai tolto… (io per anni ho surfato con una vela con l’adesivo giallo FUERTEVENTURA PWA mitico! ) ma adesso nell’era del virtuale, tutto è cambiato…

E adesso nascosto da un nickname posso dirlo? La promozione windsurfistica virtuale fa’ davvero ridere !!!
Adesso la promozione di marchi di windsurf (non piu dei negozi di windsurf.. ma dei marchi produttori di tavole e vele direttamente) viene fatta in inglese (zoppicante) sui social network  (ovvio sono i mezzi di comunicazione più potenti del nuovo millennio) descrivendo sinteticamente l’uscita, costellata di fantomatici hashtag :  lo spot in cui ci trova,  la vela usata ( e fino a qui tutto interessante..) ma a questo si aggiungono normalente delle info totalmente inutili…  Come anche la marca di mutande che si indossavano durante l’uscita, ovviamente anche questa dopo un # bello grande.  Per chi non è ancora su facebook o sui vari social  (ma esiste qlcn ? a parte il Nando intendo..) potrei portare mille esempi… Eccone alcuni :

hashtagfullpower_01
Il normale post dell’era windusrfistica 2014 è il seguente: today full power 4,2 /  Arrows Sail Wave / Boma Target Carbon / Drops 248 78 litri quad… tutto questo condito da mille #hastag che davvero anche io non ho ancora capito a cosa servono… e soprattutto se servono???
Ok con l’età sto diventando tedioso e acido come le betoneghe (e da qui si capisce da che regione d’italia scrivo…)
Ma a chi giova? A chi interessa? Secondo me nemmeno ai brand,  agli importatori o distributori (se esistessero ancora.. ) interessa questo tipo di pubblicità…
Posso dirlo? È una scusa… La necessità di scriverlo…”sai lo scrivo perché lo vogliono”…MA DAIIIII… lo ammetto, è bello dire al mondo che oggi (infrasettimanale) sei uscito in condizioni super ma il sistema per dirlo è questo ?  Solo questo ?  Se tu fossi uscito con la ART SAIL (del 2016) invece che con la ARROWS (proto 2015) ti saresti divertito di meno? È il mare che ci fa divertire, sono le onde che ci fanno saltare, è il vento che ci fa planare, NON I MIPIACE RICEVUTI CHE CONTIAMO CON OSSESSIVITA’.
Ma poi lo sappiamo tutti che c’e’ una super crisi nel windsurf,  schiacciato dalla crisi economica e dall’avvento del kite (lo proviamo?) quindi sappiamo dalle ditte che sono finiti i tempi dei “tutti promoter”,  delle vacche grasse,  adesso (lo dico pronto ad essere smentito) (quasi) tutti pagano… quindi mille post su facebook.. migliaia di hastag per cosa? per essere un “pro” e avere il 20% di sconto che ti farebbe anche il negozio sotto casa?
È piu figo dai, anzi scusate più COOL,  scrivere in inglese e farci sapere anche con quale ultimo modello di vela sei uscito, che questa vela va benissimo rispetto ad una vela di un’altra marca che hai usato fino a 1 mese fa, che in effetti andava benissimo anche quella, ma adesso chissà perché, questa nuova va in modo incredibile,  mooolto piu stabile, con la quale riesci a fare dei ducking che con la vela di prima non riuscivi… (lo avrò letto mille volte…)
Io amo il windsurf,  ma che barba, che noia i discorsi tecnici, le promozioni ecc… ok questa mia lettera ripeto (cosi non mi insultate ) è la mia visione personale dell’abuso del web nel nostro piccolo mondo ventoso, non è mica la verità, so che alcuni gioiscono per il risultato ottenuto con lo spostamento di 2 mm delle pinne su un quad, so che alcuni devono comunicare il cambio di veleria a tutti come se dovessero comunicare il cambio di sesso (quello si che sarebbe interessante…)(in realtà metto anche qui le mani avanti… va bene… scrivete quello che si vuole… visto che il bello dei social è poter scrivere nella massima libertà.. ma ecco io posso allora anche  criticarlo no?) .
Inoltre ovviamente riguardo al tema tecnico, il fatto di criticare la ricerca di migliorie “forzate” tra una vela 2016 ed una 2015 non sto affermando che si debba surfare con un boma di legno senza maniglia…
Sto solo cercando di dire che è uno sport strano,  siamo in balia della natura al 100%, del vento, dalle onde,  dalla posizione (sbagliata)  del nostro paese nel mediterraneo, del clima impazzito, delle scie chimiche,  è che mi accorgo che stiamo cercando di rendere questo sport commerciale, ma commerciale non lo è,  non è appettibile alle televisioni con gare impossibili, con un campionato wave in un’ unica tappa,  senza tappa,  campionati slalom,  senza vento, campionati freestyle senza sponsor e senza giudici, senza soldi (ahimè sono i soldi a muovere il tutto!) cerchiamo di standardizzare sia il sistema produttivo che di immagine, che di hastag…
Invece sarà, ahimè, uno sport per pochi… per quelli che ancora non fanno kite o sup… per quelli che non sono ancora abbastanza vecchi e con dolori alla schiena abbastanza forti per mollare, per chi ancora ha in mente le gesta di Robby Naish(che esisteva ed emozionava lo stesso ben prima del web ), per chi ancora non usa le go pro, per chi odia gli hastag inutili…

A proposito questo articolo sarà pubblicato su un sito internet il cui redattore capo  fa ampio uso di tutto quello che ho criticato, dalle foto della attrezzatura montata in spiaggia a fare bella mostra di un’uscita appena fatta, ad un’orgia di hastag sul suo profilo fb, quindi lo ringrazio per la disponibilità e l’ autoironia ( anche le immagini a corredo dell’articolo sono ironicamente sue )

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OGGI ho mangiato un bel piatto di bigoli alla carbonara # barilla#rita (la gallina che ha fatto le uova)#pancetta#sale
Ah no scusate:
TODAY SUPER ITALIAN FOOD#cabonara#barilla#rita’s egg

Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale,  ( testo C.M, foto Windcam.it ) 

 

 

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