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Metti un weekend al Médano… (con il PWA)

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Testo e foto ZRicky  (foto copertina © PWA )
Tutto è cominciato un pomeriggio di un giorno da cani quando, in un momento di break in ufficio, ho scambiato un paio di messaggi con il mio ritrattista ufficiale Claudio “Maverx”.
“Vieni a Tenerife quest’anno?”
“Sì, parto il 12, sarò giù per la tappa del PWA”.
Più sull’onda del momento di relax che per una reale volontà/speranza, vado a consultare il sito Ryanair. E, sorpresa, il volo da sabato a lunedì per il weekend del 14 luglio costa “solo” 160 euro! Lo stomaco comincia a contorcersi su sé stesso, la mente a disegnare ipotesi e scenari fino a 5 minuti prima nemmeno lontanamente immaginabili. Così inizio a sondare il terreno e butto lì l’idea a miei soliti compari: “Che ne dite di un long weekend per andare a vedere la tappa del PWA al Médano?” Mi ritornano cortesi declini, dubbi e qualche possibilità. Ma ormai lo stomaco è in completo subbuglio, il miraggio vuole ardentemente trasformarsi in realtà. Così gioco d’anticipo e, senza attendere ulteriori risposte, acquisto il biglietto aereo. E sulla bacheca Facebook di Valter Scotto inserisco questo post: “Sai che c’è? C’è che vengo a fare il tifo per te!…”

Il giorno dopo anche Zorz 7.5 rompe gli indugi e decide di seguirmi in quest’avventura. Alle 5,15 di sabato 14 luglio siamo a Orio pronti alle operazioni di imbarco.
Il volo è tranquillo e quasi senza accorgercene siamo sopra l’isola di Tenerife. Scrutiamo l’oceano dal finestrino ed esso ci appare imbiancato da mille chiazze chiare. L’adrenalina comincia a salire dentro di noi. Man mano che ci abbassiamo scendendo verso sud però, l’acqua sembra farsi più tranquilla. Una piccola vena di perplessità comincia a formarsi in me. Ma i dubbi più inquietanti svaniscono immediatamente nel momento in cui l’aereo vira e si prepara all’atterraggio mettendosi contro vento. Cominciano cinque minuti in cui il velivolo si trasforma in una specie di frullatore volante, mettendo in apprensione più di un passeggero ma sgombrando il campo da ogni equivoco circa la improvvisamente temuta assenza di vento.

Fuori dall’aeroporto abbracciamo Valter che ci è venuto a prendere e che come un missile ci porta al Cabezo: sta infatti per cominciare la finale della Single Elimination tra Philip Köster e Victor Fernandez. Troviamo un posto riservato per noi in prima fila tra i vip locali e poco dopo lo spettacolo ha inizio. Con 3 metri d’onda e vento tra i 40 e i 50 nodi inizia un duello che si rivela subito impari. Köster attualmente è di un altro pianeta e con un perfetto doppio forward atterrato in planata e un table push loop into forward si assicura subito un buon vantaggio. Vantaggio che viene incrementato in surfata dove su un’onda schiumante chiude un goiter no hand. Il pubblico impazzisce e in effetti vi assicuro che vedere dal vivo certi numeri è tutta un’altra cosa rispetto a vedere gli stessi in video o in una sequenza fotografica. Oggi abbiamo potuto apprezzare la potenza e la pulizia di due fuoriclasse, elementi che non si riescono a percepire appieno su una rivista o sullo schermo di un PC. Sono estasiato dalla classe di Köster, a cui tutto riesce con una naturalezza e una fluidità imbarazzanti. E apprezzo enormemente la sua simpatia, il suo sorriso sempre presente sul suo viso e la sua modestia: roba che dovrebbe far riflettere taluni pseudo pro nostrani, troppo spesso compiaciuti nei loro atteggiamenti da superstar…

Dopo la fine della gara, il vento sembra affievolirsi un poco e così le onde. Valter esorta quindi Zorz e me uscire. Siamo un po’ titubanti (più io per la verità) ma si sa, TF7 riesce sempre ad essere molto convincente e quindi ci apprestiamo ad affrontare le onde del Cabezo con attrezzatura da pro. In particolare io uso il Fanatic Quad 75 (attrezzato per l’occasione con delle pinnette di Mussolini special edition) e la Challanger K-onda 3,7 prototipo 2013. Zorz supera agevolmente lo shore break e parte. Bordo in uscita e nel rientro viene mangiato da un’onda e sputato oltre il bunker. Ah, benon! Fortunatamente lui e l’attrezzatura sono integri. Viene il mio turno. Esco insieme a Ismaele (De Nuzzo, altro italico “local” di Tenerife, ndr.) che mi incita e mi dà la carica. Passato il primo set di onde, mi accorgo che la 3.7 è un po’ “grossina”, ma ormai siamo in ballo, quindi balliamo… Onda gigante che si forma verticale davanti a me: vengo sparato in aria e passa una vita prima che io atterri dolcemente nell’incavo retrostante, dopo una lenta discesa a paracadute. L’adrenalina mi balza a mille in un nanosecondo… Strambo e rientro. Cerco di risalire un po’ ed evito di surfare almeno in questo mio primo bordo. A debita distanza dalla riva, trovo un bel corridoio tra due onde e strambo di nuovo. Ma questa volta cado. Sono in posizione corretta pronto per ripartire, ma come alzo gli occhi vedo il “mostro” materializzarsi davanti a me. Cerco di affondare l’attrezzatura ma è tardi e l’onda rompe proprio sopra di me. Perdo tavola e vela, vengo travolto dalla massa d’acqua. Comincio a piroettare sott’acqua e per un paio di volte, quando credo di essere riuscito a riguadagnare la luce, vengo rivoltato come un calzino e ritirato giù. Alla fine riesco a tirar fuori la testa e a respirare. Vedo la mia attrezzatura galleggiare sopra le rocce del bunker. Tiro un doppio sospiro di sollievo: ci mancava solo di far fuori i nuovi materiali che avevano appena gareggiato in una tappa del mondiale. Vabbè, a dire la verità ho scheggiato le pinne di colui che alla fine si piazzerà secondo assoluto nella competizione, ma questa diventerà una chicca da raccontare ai nipotini…
Zorz, indomito come sempre, ci riprova una seconda volta. “Piuttosto spacco tutto ma ci ritento!”. Detto, fatto. Rimane senza vento sotto un’altra onda “anomala” e finisce di nuovo spiaggiato al bunker. Questa volta il conto è di una tavola sbeccata, una vela tagliata, abrasioni varie sui piedi e qualche aculeo di riccio in un alluce. Direi che per oggi può bastare…

La tradizionale abbuffata di pesce a Tajao conclude questa nostra prima giornata al Médano. Distrutti dalla fatica, con la mente piena di fotogrammi da non dimenticare ed ebbri di belle sensazioni, ci addormentiamo come tocchiamo i letti della nostra accogliente casetta.

Al risveglio il vento ulula già in maniera inquietante. Colazione al chiringuito del Cabezo e presa di posizione nei posti migliori per assistere allo spettacolo odierno: in programma ci sono le double elimination maschile e femminile. Il vento, se possibile, è ancora più forte di ieri (per darvi il metro, Valter ha fatto la seconda heat con la 3.3!!). Si parte subito con la parte bassa del tabellone, che vede lo scontro “in famiglia” tra Valter Scotto e Fede Infantino. In batterie di 12 minuti ciascuna, i contendenti si affrontano uno contro l’altro. Il punteggio viene assegnato in base al miglior salto e alle due migliori surfate. Alla fine della heat, Valter passa il turno grazie a un back loop altissimo e a un paio di belle transizioni. Il secondo turno, contro il francese Denel si rivela più combattuto. Valter perde di misura, almeno a seconda dei commenti del parterre. I giudici invece assegnano al francese una vittoria più netta. Le contestazioni sulle valutazioni dei giudici sono in verità state molte e hanno dato adito a notevoli malumori tra i concorrenti, spesso contenuti a fatica entro i limiti del decoro e della buona educazione (sto evidentemente usando un eufemismo). Addirittura una volta viene deciso di far ripetere la heat tra Traversa e Kauli Seadi, che il francesino aveva stravinto. Non vi dico l’ira del transalpino, che nervoso come una iena rientra in acqua e distrugge un’altra volta il comunque valido Kauli: giustizia è fatta!


Tra il pubblico fanno buona mostra di sé molte T-shirt bianche che riportano sulla schiena ALEX 30 e DANI 81: sono i fan (o i parenti???) dei due idoli locali, Alex Mussolini e Daniel Bruch. Dani, quarto nella single elimination, aspetta con calma di affrontare il suo avversario proveniente dalle retrovie. Alex, protagonista ieri di una prova opaca, parte invece da più lontano. Ma si vede subito che oggi gira giusta. E’ il più stiloso e pulito in surfata e i suoi back loop a una mano e a un piede portano sempre molti punti. Heat dopo heat, batte uno dopo l’altro quelli che stavano davanti a lui. Lewis, Skye, Traversa, mica gente qualunque. Cominciano ora ad arrivare i nomi importanti. Si parte con Bruch, quarto classificato nella single del giorno prima. Il derby infiamma il pubblico locale che applaude a scena aperta i due competitors. Dani cerca di avvantaggiarsi provando il doppio forward, ma manca due tentativi e forse si innervosisce un po’. Non riesce così a esprimersi sui suoi soliti livelli nemmeno in surfata, dove sa che deve osare per battere un Alex in stato di grazia. Non gli va bene nemmeno qui e alla fine E-30 supera agevolmente la heat. E’ il turno di Ricardo Campello. Sulla carta non c’è partita, il venezuelano parte nettamente favorito. Ma anche lui non chiude bene i suoi salti (ora si contano i due migliori salti e le due migliori surfate), un doppio e un table push into forward, mentre Alex chiude un back loop una mano e un piede e un forward stallato che mi ricorderò per tutta la vita. Si lancia su una rampa e vola altissimo (più di 10 metri). Poi scende planando stile paracadute e a metà della discesa innesca la rotazione del forward che chiude in piedi tra il delirio del pubblico che si spella le mani davanti a questo capolavoro. In surfata Mussolini è di nuovo impeccabile, sceglie le onde con maestria e sulla stessa riesce a piazzare due 360, due taka più una serie di bottom e cut back perfetti. Alla fine della heat rientra in spiaggia stravolto e cade in ginocchio sulla sabbia, mentre il pubblico è in tripudio. Quando i giudici confermano il verdetto, Alex impazzisce di gioia e salta come un grillo. Poi corre dalla moglie ad abbracciarla. Ok, io sono uno con la lacrima in tasca, ma vi confesso che questa scena mi ha veramente commosso. Per la sua spontaneità, per la gioia intrinseca che comunicava, per il contesto da brividi in cui si è svolta…

photo © PWA
Tempo di semifinale. Alex sfida Victor Fernandez, apparentemente un’altra missione impossibile. Musso è stanco, viene da 5 heat consecutive, intense, tirate. Ma oggi evidentemente qualcuno lo sta guardando da lassù. La heat è al cardiopalma. Doppi forward, back loop one hand one foot, forward esitati, 360, goiter, taka e chi più ne ha più ne metta. Il confronto è serrato, il pubblico impazzisce. I 14 minuti della heat sono un concentrato di spettacolo e di emozioni palpitanti. Alla fine i due spagnoli escono tra l’ovazione del pubblico. L’esito della battaglia si gioca sul filo del rasoio, ma in cuor suo tutto il pubblico ha ben chiaro chi sarà il vincitore. E quando lo speaker annuncia il nome di Alex Mussolini un boato esplode, la gente si abbraccia e si dà il 5. Ad Alex si piegano le ginocchia, si mette le mani nei capelli, quasi incredulo. Poi corre di nuovo dalla moglie e l’abbraccio così pieno d’amore si ripete. Per tutti è un’emozione fantastica. Un livello tecnico spaziale, condizioni da sogno, l’atleta locale, quello che vive accanto a te e che vedi tutti i giorni che fa la gara della vita, in un mondiale a casa sua: sono cose che uno può solo sognare, ma che oggi si sono materializzate qui…
La finale con Köster è senza storia. Il tedesco è stellare e la heat pura accademia surfistica. Alex, nonostante la stanchezza, disegna e pennella sulle onde, Philp chiude un doppio forward in planata e un altro table push into forward pressoché perfetto ed anche in surfata mostra la sua classe, immensa e già cristallina a dispetto dei suoi soli 18 anni. Con la vittoria in tasca e incitato a gran voce dal pubblico e dallo speaker, prova il triplo, ma si schianta a metà della terza rotazione. Confesserà più tardi che non è ancora vicino, ma che ci sta lavorando… Alla fine della heat i due si abbracciano e poco dopo, nel palco allestito per le premiazioni, il panzer sempre sorridente viene incoronato vincitore della tappa di Tenerife del circuito mondiale PWA.
Premiazioni che hanno riguardato anche la gara femminile, dove Iballa Moreno ha avuto la meglio sulla rinata (per fortuna) gemella Daida in una gara dove purtroppo è emersa, in tutta la sua imbarazzante magnitudo, la differenza di contenuto e di modalità di esecuzione rispetto al contest dei maschi. Tanto di cappello comunque alle indomite guerriere che si sono affrontate da par loro in condizioni davvero proibitive…

Conclusa la festa post premiazioni, viene anche il nostro turno. Oggi decidiamo più morigeratamente di uscire in baia. Io armato di 3.3 nuova fiammante, srotolata solo una volta e utilizzata da TF7 esclusivamente nella sua seconda heat di poche ore prima, mentre a Zorz tocca la 3.7. In ogni caso, anche in baia le condizioni sono di tutto rispetto, con uno shore break insidioso e una quantità inenarrabili di onde e ondoni da saltare nel bordo di uscita. Ci divertiamo come matti, in un contesto che trasmette sicurezza e induce a osare ogni volta un po’ di più. Alle 19.30, col sole ormai prossimo al tramonto e quando in acqua eravamo rimasti solo noi due, poniamo fine a questa bellissima sessione. Con un minimo di coscienza sporc@ perché gli altri stavano aspettando solo noi due per andare a cena… Cena durante la quale Valter si spolpa una costata che sarà stata 2 kg mentre noi optiamo per un più sobrio filetto.
Lunedì, day 3 e ultimo della nostra mini vacanza, il vento continua imperterrito a spazzare il Médano. Mentre i pro, con le gare terminate, si divertono surfando al Cabezo senza lo stress e la tensione della gara, noi ci rechiamo nuovamente in baia. Ne vien fuori un’uscita fotocopia del giorno precedente, anche se le vele sono leggermente più grandine (3.7 per me e 4.0 per Zorz). Ci lanciamo verso il cielo ogni ad rampa che incontriamo sul nostro cammino, mentre nel bordo di ritorno l’alta marea consente di trovare ogni tanto qualche ondina da surfare… Dopo un paio d’ore full power siamo sazi. Facciamo rientro in spiaggia e, riposto la nostra attrezzatura, andiamo ad appagare un altro tipo di fame con un paio di boccadillos. Il successivo relax e la birretta finale con vista sulla baia diventano il degno compimento di uno splendido long weekend. Frutto di un colpo di testa, ma per questo ancora più bello…

Devo un grazie particolare a:
Claudio Maverx, che ha acceso la scintilla di questa follia
Zorz, che mi ha accompagnato in questa avventura
valterscotto.com, che come sempre ci ha accolto e ci ha trattato come dei re. Senza contare che ha portato la zecca a gareggiare in una tappa del mondiale (e scusate se è poco…)
tutta la banda degli italici residenti al Médano, che ci ha tenuto compagnia e fatto divertire per tre giorni.

Hasta luego! Fra non molto, per fortuna…

Andate anche a guardarvi foto e video dell’evento sul sito PWA

special Thanks : ZRicky / iParassiti.com 

1 Comment

  1. Andrea

    27 Luglio 2012 at 13:43

    Una precisazione a cui ci tengo! Le magliette con il numero ALEX 30 e DANI 81 non sono bianche, ma hanno i loghi ben visibili sul davanti di GODZILLA SURF SHOP (negozio che sponsorizza ALEX MUSSOLINI) e CHIRINGUITO EL CABEZO. Si potevano comprare direttamente in spiaggia o nel negozio di surf!!!

    Buone vacanze a tutti!!!!

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