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Steven Van Broeckhoven, il campione gentile: “fate windsurf con il sorriso”

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Il campione del mondo freestyle di windsurf 2011, Steven Van Brockhoven, in vacanza in Italia, ha concesso in esclusiva a Iris Press, agenzia di stampa nazionale, una lunga intervista in cui si racconta come uomo prima e come sportivo poi

“Fate windsurf con il sorriso”. E’ il messaggio di Steven Van Broeckhoven,campione del mondo freestyle 2011, nato in Belgio e primo europeo a vincere un titolo Pwa della sua categoria dopo il francese Antoine Albeu, che si impose nel 2001. Un campione gentile, elegante, quasi silenzioso.

Passione per il windsurf, equilibrio mentale, idee chiare, grande attenzione allo studio e allo sviluppo dei materiali, una folle attrazione verso ogni minimo aspetto tecnico delle manovre: tutto questo rappresenta la forza di un ragazzo semplice. Uno come gli altri, come lui stesso ama definirsi, che vive il suo sport con felicità e rispetto. Ha ricevuto un dono, perché non si diventa campioni del mondo per caso, e lui lo sa. Ma non l’ha gettato al vento, non l’ha lasciato volar via come tanti hanno fatto. Lo ha coltivato, è andato a cercare ogni minimo dettaglio che potesse renderlo un rider migliore. Con umiltà e pazienza.

A 27 anni è nel pieno della sua maturità fisica, tecnica ma soprattutto mentale e l’intervista che ci ha rilasciato non può che confermare le sensazioni provate al primo impatto. Ad emergere è la sua disponibilità verso il pianeta del windsurf, in questo caso quello italiano che lo ha accolto in Sardegna prima, a Sa Barra (Sant’Antioco) nell’olimpo del freestyle scoperto dal suo amico Luigi Madeddu, e in Toscana poi, a Talamone (Grosseto) dove ha avuto sede XRay Talent Factory, lo stage di Raimondo Gasperini. Il tutto prima di trasferirsi sul lago di Garda per lo Young Gun Camp promosso dai suoi nuovi sponsor NeilPryde/Jp.

Qua in Italia ti vediamo come un “marziano”. Chi è invece Steven Van Broeckhoven?

Un ragazzo come molti. Mi piace il windsurf perché è libertà, ti dà la possibilità di conoscere tantissime persone, viaggiare alla scoperta di posti bellissimi in tutto il mondo. Non amo standardizzarmi, sono curioso e piuttosto semplice.

Come cambia la vita di un atleta che si laurea campione del mondo?

Nella mia testa e nel mio modo di pensare non cambia niente. Però adesso il windsurf è lavoro, certo un bel lavoro ma con meno divertimento rispetto al passato. Devo allenarmi sempre, cercare di migliorarmi continuamente, avere una preparazione fisica dettagliata. E per questo che vedo e vivo il windsurf in due situazioni differenti: quelli con gli amici, nel quale c’è totale libertà mentale, e quello degli allenamenti, dove la concentrazione è massima.

Da piccolo immaginavi di poter raggiungere certi livelli?

Da piccolo, come tutti, leggevo riviste e seguivo il mondo delle competizioni. Ero bravo e sin da subito ho capito di avere grande facilità nell’apprendimento, imparavo tutto molto velocemente. Detto ciò, mai avrei pensato di diventare campione del mondo.

Dove e come hai iniziato a fare windsurf?

Ho iniziato a 9 anni in un piccolo lago vicino alla città dove sono nato, Lommel, a due ore dalla costa belga. C’era sempre poco vento, così a 12 anni i miei amici approfittavano del weekend per portarmi in Olanda sul lago Grevelingen dove ho iniziato a planare e pian piano a migliorare.

Il tuo idolo?

Non ho un idolo, un esempio, uno a cui mi sono ispirato. Ho sempre osservato e ammirato tutti i campioni che hanno fatto la storia del windsurf, ma ho scelto di seguire una mia strada, un mio stile. Se devo fare un nome però dico Tonky Frans, lui rappresenta quello che vedo nel windsurf: ferlicità, gioia, allegria, divertimento.

Come immagini il tuo futuro?

Lo immagino sul windsurf, è quello che amo e per cui vivo. Ma preferisco non guardare troppo lontano nel tempo. Certamente ho una mia idea ma è e resterà un mio segreto.

Il tuo rivale più ostico?

Al momento tutti i top-4 del Pwa. Non c’è n’è uno in particolare, il livello è talmente alto che puoi vincere o perdere con chiunque. Posso dire di avere tanti amici nel circuito delle gare, questo sì.

La prima gara della stagione, a Podersdorf, non è stata molto fortunata. Con quali motivazioni arrivi a Fuerteventura?

Venivo dal titolo conquistato nel 2011, mi sono allenato molto ed ero in grande forma per la tappa austriaca. Ma quando è partita la mia heat non c’era vento, forse andava annullata. Ma è andata così. A Fuerteventura è un’altra storia, vado per vincere.

Hai scelto la Sardegna per una vacanza, ma soprattutto per i tuoi allenamenti. Cosa ti ha portato a Sa Barra (Sant’Antioco)?

Ero in Corsica, sapevo di avere del tempo prima di salire verso il lago di Garda per lo Young Gun Camp & Bump and Jump 2012. A quel punto, ho pensato di fare un giro in Sardegna. Consigliato dai miei amici italiani Francesco Tedeschi e Luigi Madeddu ho deciso di andare a Sa Barra, scoprendo uno dei posti migliori in assoluto per il freestyle.

Che tipo di spot è Sa Barra?

Un vero spot freestyle, dove puoi trovare sia acqua piatta che un bel chop per le move più estreme. Il vento di maestrale è super costante, l’acqua è caldissima. Si respira un bell’ambiente, i ragazzi del posto mi hanno accolto benissimo facendomi sentire subito a mio agio. Poi Gigi è molto forte, surfare insieme a lui è stato bello. Tornerò sicuramente.

Il tuo rapporto con Gigi Madeddu che ti ha ospitato a Sa Barra?

Ho conosciuto Gigi a l’EFPT in Sardegna nel 2009, ho speso molto tempo con lui a Bonaire in vacanza ed è stato bello ritrovarlo qui. Ora siamo buoni amici.

La tua presenza a Talamone ha entusiasmato i ragazzi di XRay Talent Factory. Cosa pensi di queste manifestazioni?

Nel 2009 ero in vacanza in Sardegna e Raimondo mi ha invitato a salutare i ragazzi di XRay Talent Factory. Quest’anno il mio ritorno in Italia è coinciso nuovamente con il suo evento e sono contento di essere tornato e di aver dato il mio contributo. Queste manifestazioni sono molto importanti, fanno bene al futuro del nostro sport, alla crescita dei giovani e alla visibilità degli sponsor, che come tutti settori non stanno vivendo un grande momento economico.

In Belgio segui qualche giovane talento che possa seguire le tue orme in futuro?

Ci sono diversi giovani molto bravi, un movimento sicuramente in crescita. Purtroppo non sono quasi mai a casa e non riesco a seguirli di persona, ma avranno un grande futuro.

Cosa consigli ai giovani che si avvicinano al freestyle?

Devono andare avanti per la loro strada, con divertimento e passione. Nessun condizionamento, nessun obbligo, il windsurf è libertà e tale deve restare. Con questo spirito si potrà migliorare. Il mio consiglio è quello di fare windsurf con il sorriso. 

La crisi economica è palpabile, le aziende sono in difficoltà e sono diminuite le gare nel Pwa. Cosa ne pensi?

Credo sia un momento. Lo scorso anno abbiamo disputato sette tappe, quest’anno sono aumentate le difficoltà per gli organizzatori nel reperire sponsor e corriamo il rischio di disputare tre o quattro prove al massimo. Sono convinto che già dal prossimo anno ci sarà un bel passo avanti, ci sono nuove realtà e nuove location che si stanno proponendo. Una di queste è Brouwersdam, in Olanda, che per il freestyle offre condizione perfette.

Si è parlato molto del tuo passaggio da Gaastra/F2 a NeilPryde/Jp, come si è sviluppato?

Con Gaastra/F2 ho raggiunto il massimo, ho vinto il Pwa e concluso una bella avventura. Francamente era difficile fare di meglio. Con NeilPryde/Jp è nato un progetto nuovo, hanno puntato su di me per cercare di riportare il titolo freestyle a distanza dall’ultimo dei tre vinti da Ricardo Campello nel 2005. Certamente è cambiata anche la mia vita, c’è più promozione, più video, più foto: è diventato un lavoro a 360° che mi da grandi stimoli. Sui nuovi materiali con Robert Stroj designer per le vele e Werner Gringler shaper delle tavole è iniziato un lavoro fantastico. Sono molto attenti ai dettagli dell’aspetto tecnico, amano ascoltare i propri atleti per creare un prodotto al top. Spero di poter regalare a loro e a tutto il team grandi soddisfazioni.

Per conludere la domanda più semplice. La tua vita è bella?

For sure! (Risponde senza esitazione). Senza dubbio sto realizzando il sogno di molti rider, me ne rendo conto andando in giro per il mondo e trovando sempre un’accoglienza calorosa, i bambini che chiedono autografi, foto. Ti guardano come se fossi diverso da loro. Ma in realtà per me la vita è bella per la sua semplicità. Girare il mondo è bello, ma se devo dire cos’è per me la felicità rispondo che è fare windsurf con i miei amici a casa, scherzare con loro. Uscire a Maui o in qualunque altro spot nel pianeta non è paragonabile alla gioia dell’avere al proprio fianco chi ti vuole bene”.

 Intervista a cura di Simone Pierini, redazione Iris Press

Foto: Daniele Stanisci, Francesca Salaris, Michele Tagliafico 

LA FOTOGALLERY COMPLETA

Il video di Steven van Broeckhoven in Sardegna insieme ai ragazzi di Sa Barra, pubblicato dal sito www.wipeout.it

fonte Iris Press

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