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Suggerimenti alimentari per chi pratica sport acquatici

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Ogni sport prevede differenti regimi alimentari funzionali al miglioramento delle performance sportive, ed allo stesso tempo calibrati per non andarle ad inficiarle. L’alimentazione di un bodybuilder sarà ovviamente differente da quella di chi corre la maratona ed allo stesso modo differisce da chi pratica sport acquatici. Insieme allo staff di Project Invictus, sito che raccoglie tantissimi approfondimenti riguardo a dieta ed allenamento, cercheremo di approfondire l’argomento. Questi sono consigli di buon senso e non sostituiscono il parere di un medico o di un professionista del settore.

Come alimentarsi se si pratica sport acquatici

La prima cosa che potrebbe venire in mente è che praticando uno sport acquatico si debba programmare precisamente le integrazioni ed i supplementi necessari a sopperire ai grandi dispendi energetici connessi alla pratica (superiori ai consumi base). Questo è in parte vero, soprattutto per gli sportivi professionisti). Mentre per il dilettante i consumi sono più limitati. Si tratta quindi di rispondere a tre quesiti: quanto, come e quando alimentarsi?

Per rispondere alla domanda “quanto”, si deve prendere in considerazione le caratteristiche fisiche dello sportivo ed il suo dispendio energetico per l’attività considerata (sia durante le competizioni che durante gli allenamenti). Ogni sport pertanto sarà caratterizzato da un dispendio energetico differente (correlato allo sforzo profuso) ma anche da fattori ambientali che andranno a influenzare il dispendio energetico. Pensiamo per esempio a chi pratica sport acquatici in mare, con umidità, vento ecc…

Passando al punto “come” è consigliato ricalcare la proporzione del 60-65% di carboidrati (confrontata con il totale delle calorie totali della giornata), 15% di proteine ed infine 20-25% di grassi. Lo sportivo che pratica sport acquatici dovrà trarre l’energia dai normali alimenti consumati, alternandoli come farebbe un normale individuo sano ma incrementandoli in modo proporzionale in base all’intensità ed alla durata dell’attività svolta. Non vi sono evidenze che obbligano chi pratica uno sport acquatico a consumare elevate razioni di proteine che andranno aumentate solo in relazione ad ad eventuali maggiori necessità energetiche. Come dire che una dieta ipercalorica risulta perfetta per mantenere un perfetto trofismo delle masse muscolari. Inoltre è da evitare la fobia dei grassi, che colpisce molti sportivi. I grassi sono fondamentali perchè è a questi che si attinge quando si esaurisce l’energia prodotta dai carboidrati. Bisogna ricordare inoltre che i grassi consumati dovrebbero essere per il 50% di origine animale e per il 50% di origine vegetale.

Per finire passiamo alla domanda “quando” e questo riguarda fondamentalmente i momenti da dedicare all’alimentazione e quelli dedicati alla pratica sia essa una gara o un allenamento. In caso di una gara è opportuno che tra il pasto e l’inizio della pratica passino almeno 3 ore al fine di scongiurare una eperemia splacnica durante lo sforzo che potrebbe causare un ipoemia muscolare, cerebrale ma anche una congestione intestinale, e che passino dalle 8 alle 6 ore affinchè i cibi ingeriti vengano trasformati in energia. Dopo una gara è opportuno un pasto leggero con un limitato apporto di proteine e grassi ma ricco di sostanze alcalinizzanti, vitamine e e sali minerali. Sono indicate per esempio le minestre di verdure ed una buona dose di acqua, in modo da espellere i metaboliti della fatica.

In conclusione possiamo affermare che chi pratica sport acquatici, deve solo portare avanti un’alimentazione equilibrata, soffermandosi alle limitazioni riguardanti una persona sana ma caratterizzata da un dispendio energetico maggiore dovuto all’attività acquatica.

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