Inchieste

7th Wave, Custom di … Serie.

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Se ben ricordate c’era anche una canzone di Sting che parlava della settima onda…

Se ben ricordate c’era anche una canzone di Sting che parlava della settima onda…

(Avevamo questa intevista nel nostro hardisk da diversi mesi , ma non c’era mai stata l’occasione di pubblicarla ,  ve la proponiamo oggi, poiche’ le cose dette sono ancora perfettamente attuali ,  e fa da lancio ad una interessantissima novità che vi presenteremo tra alcuni giorni , special Thanks Fed)

Nonostante il mercato del windsurf sia in costante contrazione, le principali aziende multinazionali annunciano ( e… vendono???) centinaia di modelli ogni anno, come kakkio fanno ad esserci ancora in giro i “custom made”?

Ci sono alcuni “artigiani” irriducibili che credono fortissimamente nel custom made e nelle produzioni in piccola serie per i palati dei windsurfisti più esigenti…. Quei clienti che riescono a non farsi abbagliare dalle markettate… che praticano uno sport in modo “ragionato”, cercando un prodotto esattamente adatto alle loro necessità… un po’ come la bicicletta assemblata su misura per il ciclista, insomma. 

Uno di questi irriducibili si chiama Pierre Bracar, shaper francese creatore del marchio Sun7, un riferimento storico nel panorama windsurfistico (francese) che ha trovato la sua naturale evoluzione nella creazione di 7th WAVE, una gamma di tavole costruite in serie “wave only”. 

Ho incontrato Pierre quest’estate a Fuerte Nord, ho noleggiato da lui l’attrezzatura… servizio impeccabile, addirittura mi arrivava al mattino un sms per avvisarmi quale spot avrebbe funzionato al meglio nella giornata!!

Mi sono fatto raccontare la sua storia e soprattutto la sua “filosofia”.

Ecco il risultato di una piacevolissima chiacchierata nel suo atelier di Lajares, a pochi chilometri dagli spot wave di Fuerteventura.

Pierre nella shaping room, tra le “mani” una tavola 7thWave, sullo sfondo un real custom Sun7

Pierre nella shaping room, tra le “mani” una tavola 7thWave, sullo sfondo un real custom Sun7

Pierre, raccontami la tua storia…e le tue scelte importanti:

Sun7 nacque nell’82 in Francia meridionale, ho vissuto il boom degli anni ’90 e lo sboom successivo, quando era difficile competere con le grandi marche e con un mercato che ora dimentica o quasi l’importanza del “custom”.

Le scelte importanti?

  • trasferirmi alle Canarie nel 2004 per essere più vicino alle “condizioni wave”, dove le onde ci sono davvero, in estate simili alle mareggiate mediterranee, in inverno onde potenti come quelle hawaiane. Da qui posso sviluppare al meglio i miei prototipi, seguire da vicino i consigli dei praticanti e dei “pro” che navigano spesso nelle onde di Fuerte.

  • altra scelta coraggiosa è stata quella di rimanere focalizzato su quello che so fare e che conosco, le onde e il windsurf. Niente Kite, niente slalom, né freestyle.

  • Poi il numero 7….7th Wave, la nascita di una gamma di tavole wave di serie progettate e costruite partendo dall’esperienza custom; insieme a mio fratello gemello Philippe.

No kite? I LIKE! 🙂 ….. Però qui vedo un S.U.P.!

Si, insieme con il mio socio che segue la parte surf da onda stiamo lanciando una nuova gamma che si chiama “ONE-CHE”, se pronunciato con il giusto accento autoctono di Fuerteventura significa “originario”, un po’ come gli aborigeni per l’Australia, dei veri LOCAL!!!

Le onde sono il “motore” del nostro lavoro, ecco spiegato il motivo della scelta di aprirci al S.U.P., inoltre completiamo la gamma di tavole a noleggio per il nostro centro, che ha principalmente clienti waver…. Dal surfista, al windsurfista e ora anche il “rematore”…. 

Dove e come nasce una tavola 7th wave?

La progettazione e lo sviluppo esce da Sun7, i prototipi nascono proprio qui a Lajares, specialmente nelle prime ore del giorno: la nostra shaping room ha come caratteristica la luce naturale che al mattino filtra e mi permette di avere una visuale tangente perfetta per “shapare” e verificare i vari punti dove lavoro sul pane di polistirolo. Poi si passa alla varie fasi di stratificazione e finitura per arrivare ai test in acqua, condotti da alcuni abilissimi waver e “ri-certificati” anche da me in prima persona per tutte le mie creazioni.

E’ un lavoro molto lungo, supportato poi da tante informazioni che raccolgo sul web e sulla stampa, sullo scambio di informazioni con altri atelier e shaper.

Tengo molto in considerazione il lavoro delle grandi marche, leggo con attenzione tutti i loro test, faccio comparazioni con i difetti riscontrati l’anno precedente per capire quali modifiche hanno apportato nell’anno successivo, ho un database completissimo per valutare tutte le misure relative ai diversi shape presenti sul mercato.

Una volta arrivati al prototipo finale, passo la palla a mio fratello Philippe, che si occupa di gestire la linea produttiva 7th Wave in Tunisia.

SUP ONE-CHE, affonda le radici nella cultura canaria fuerteventurosa!

SUP ONE-CHE, affonda le radici nella cultura canaria fuerteventurosa!

Quindi le vs. tavole sono “africane” e non arrivano dalla solita azienda thailandese?

Esatto, abbiamo scelto di lavorare con una fabbrica tunisina per due motivi principali: possibilità di intervenire e collaborare nella fase produttiva e velocità di logistica, per accorciare al massimo i tempi dall’ordine produttivo alla consegna presso i clienti.

Inoltre il nostro processo prevede modifiche allo shape ogni 18-24 mesi, questo garantisce ai clienti un prodotto testato e con una minore svalutazione; non siamo schiavi della nuova versione ogni anno, ad esempio la linea di tavole proposte oggi (V2) durerà ancora tanto, prima della nascita della futura V3.

Sun7 quindi è migrata completamente in 7thwave?

Assolutamente no!

L’Atelier per i clienti che desiderano una tavola totalmente “custom” è vivo più che mai, occupando parte del mio lavoro, con tante soddisfazioni.

L’innovazione di 7thwave nasce proprio dall’esperienza di tanti anni di tavole custom, maturata grazie ai feedback dei clienti “bravi ed esigenti nelle onde” e capaci di spiegare cosa si aspettano da una tavola fatta veramente “su misura”.

Se tu potessi scegliere tra la creatività di Sun7 ed il Business di 7thwave….

Se non avessi fatto lo shaper nella mia vita avrei di certo fatto un altro lavoro “manuale”; sceglierei la creatività, ho un’anima da “bricoleur” e sono meno interessato al business. 

Parliamo di competizioni…. Siete “campioni del mondo”!

Grazie!

Justin Denel è la nostra speranza…giovanissimo (15 anni!) , ha vinto il campionato mondiale wave junior che si è tenuto in luglio in Peru, utilizzando tavole 7thwave trifin rigorosamente di serie… un ottimo risultato per noi e… anche per lui che ora sarà di certo richiesto da altri produttori….

Il Van 7thWave che trovate spesso sugli spot di Fuerte Nord, sempre pronto a dare assistenza e consigli ai clienti che noleggiano da Pierre Bracar

Il Van 7thWave che trovate spesso sugli spot di Fuerte Nord, sempre pronto a dare assistenza e consigli ai clienti che noleggiano da Pierre Bracar

TWIN-TRIFIN–QUAD… la confusione multifins regna sovrana… qual è la tua visione?


Vero…c’è da perdersi in questo “mare di scelte”…

Bisogna considerare che da quando sono comparsi i primi prototipi twinzer le grandi marche hanno trovato linfa vitale per i cataloghi marketing e per vendere di più… millantando soprattutto una migliore performance nelle onde.

Il ruolo dello shaper/designer è quello di restare “realista” pur seguendo il mercato. Qui conta la relazione e le richieste del cliente… molto più che il marketing! Lo shape (e di conseguenza il numero di pinne) è la risultante delle capacità e delle necessità di evoluzione del surfista “cliente”.

Personalmente sono un promotore del trifin, specialmente per il surfista “sportivo” vista la possibilità di poter trasformare la tavola in “monopinna” (3-in-1) quando serve, ad esempio nelle condizioni 100% on-shore o in caso di forte corrente o quando la planata deve essere istantanea… ad esempio per uscire dai guai degli schiumoni dello shorebreak.

In configurazione da vero “3 pinne”, il “drive” in surf è quello che conta (tenuta della tavola in “curva”), il controllo, la reattività nel passaggio “rail to rail”…e la capacità di bolina, super-importante per il wave sailing (side shore).

Non rinnego il twin, decisamente performante e maneggevole in casi specifici di surfata “down the line”, bottom corti e accessibilità al surfing.

dimenticavo il Quad! C’è troppo “spazio” intorno a 4 fessure …diversi programmi di navigazione, posizionamento delle pinne, shape … e il peso delle 4 scasse!

Il nemico del Quad è la sensazione di “frenata” e la turbolenza. La tavola rallenta, anche se “gira” in un fazzoletto. Il Quad richiede un’onda veloce e potente per goderlo al meglio.

Comunque anche 7th Wave è pronta con un Quad…. tranquilli!

Grazie a Pierre per la chiacchierata, se volete avere maggiori info su 7th wave trovate tutto qui: www.7th-wave.com

Fèd

(No Wind? No Waves? No Future!)

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