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TEST RRD Vogue HD 2024

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Testo © Matteo Muraro. Buongiorno a tutti, è da un po’ che non scrivo di windsurf, pochi trips esotici, dato che dopo il covid i miei viaggi si sono ristretti all’Europa, senza visitare nuove mete. Devo peró ammettere che tra Fuerteventura, Portogallo e Galizia il mitico “down the line” rimane ben presente per almeno 4-5 volte l’anno.

Ormai da tanto tempo mi dedico solo al wave, e da quando nel 2020 ho aggiunto il wingfoil tra le onde, le uscite in windsurf sono state ancora piú dedicate a condizioni con venti side-side off.

Oggi siamo qui a scrivere delle novitá wave in casa RRD ed in particolare le nuove vele RRD Vogue HD 2024, provate da me nelle misure 4.0 e 4.7. Ho preso come misura grande la 5.3 Blackribbon, di cui vi scriveró non appena riceverò foto all’altezza.

La Vogue è ormai presente da piú di 15 anni nel portfolio RRD e posso dirvi che facendo parte del team dal lontano 2005 le ho avute e provate veramente tutte e in tutte le misure dalla 3.4 fino alla 5.9. Sono in contatto costante con il designer John Skye, mi faccio raccontare delle novitá in pipeline e cerco di trasmettere le mie sensazioni di windsurfista appassionato, ma che conosce vele e tavole al millimetro. Da anni gli chiedevo di abbassare il punto di bugna per ottenere una posizione piú “comoda” e per potere tenere il boma basso, per me molto più efficace nel surfing in float and ride conditions. Non sono un planatore, non mi interessano le vele potenti, adoro le vele stabili che possano “scomparire” in surfata e che soprattutto respirino senza perdere drive. Mission impossible direte, ma devo ammettere che le piccole modifiche che John è riuscito a realizzare nelle ultime 3-4 stagioni avevano reso la vela quasi perfetta.

Nella versione 2024 si é praticamente aggiunto 1 cm di grasso, rendendo la vela leggermente piú potente e stabile sotto raffica soprattutto grazie a leggeri cambi di geometria nella parte alta della vela e miglioramenti nelle stecche. Inoltre l’abbassamento del punto di bugna tra i 2 e 4 cm dipendendo dalle misure, risulta un`ottima notizia anche per i rider meno alti.

Per quanto riguarda la bugna io utilizzo le vele passando il cordino in entrambi gli occhielli nell’80% delle uscite, se il vento aumenta, utilizzo l’occhiello inferiore. Monto tutte le misure con un buco in meno di caricabasso rispetto alle indicazioni, 3 cm di spazio tra occhiello e carrucole se il vento é leggero, cazzando a zero se il vento è forte.

Se la vela del 2023 andava piú che bene, con la 2024 si é raggiunta l’eccellenza: giusta potenza per uscire tra i frangenti ed iniziare a planare, ottima stabilitá anche con le raffiche tipiche del nostro spot di Pals, buona manovrabilitá per posizionarsi sul picco e una eccezionale neutralitá nella surfata. La vela permette di concentrarsi nel bottom turn e ancora meglio nella fase piú complicata della surfata ovvero il rail to rail, perdonando gli errori nella sua fase finale.
Se oggi cerchiamo di chiudere i cut back in maniera piú radicale, piantando il bordo o meglio ancora la prua, bisogna essere super attivi con le mani sul boma, e magari in certi casi mantenendo l’albero piú verticale e la vela piú piena, cosa che sarebbe resa difficile da una vela iperpotente o che non apre in balumina. Concetto un pó difficile da spiegare soprattutto quando tra il dire e il fare… ci mancano tante ore in acqua, buone condizioni, forma fisica e un pó di talento. Come dire io ce la metto tutta, e almeno del materiale mi posso fidare al 120%.
Anche in condizioni di sovrinvelatura le nuove modifiche permettono una maggiore stabilitá e ampio margine.

Concludo che monto le Vogue con l’albero Maverx Superleggero e il boma Al360 slim con il terminale wide tail, ottimo per mantenere la vela con poca tensione senza che tocchi l’interno del boma stesso.
Come diceva nell’ultimo articolo Lorenzo, lo scheletro della vela è fondamentale per un piú efficace rendimento in tutte le condizioni, dal poco vento fino all’uragano.

Vi rimando alla prossima settimana per il test del nuovo Cult Y29

per maggiori info sulla vela, visitate il sito ufficiale RRD cliccando qui 

Un abbraccione Mat

RRD – AL360 – Maverx – DRWIND Brasil – Feelviana

foto © RRD – David Roura – @be_waveman

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