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Freetest Simmer Style : “Freeride kit”

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In occasione del Freetest Day Simmer Style Italia, alle Gorette (LI), di domenica 7 Maggio ne ho approfittato per realizzare un test “originale”, non la solita vela o tavola come spesso faccio qui sul sito, ma un vero e proprio “Kit Freeride” da vento leggero. Grazie alla disponibilità di Claudio Bertagna, agente unico per l’Italia, ho avuto a disposizione un intero windsurf, tutto ovviamente Simmer Style,  un kit freeride un po’ fuori misura rispetto alle attrezzature che uso io di solito: una vela Enduro 7.1 ed una tavola Freemove 110lt. Premesso che è una gran comodità uscire in mare con attrezzatura già trimmata alla perfezione, Claudio stesso era uscito a tirare alcuni bordi prima di me, quindi non c’erano dubbi sul fatto che la vela fosse armata bene o altro; è bastato alzare un po’ il boma ed ero pronto a sfrecciare sull’acqua. Comodità e facilità è quello che si chiede a questo tipo di attrezzatura, ed è proprio quello che ho sentito io appena ho messo i piedi sulla tavola, non ha tantissimo volume ( soprattutto in relazione al mio peso) 110 litri non sono il litraggio tipico di un freeride da vento leggero, ma grazie allo shape compatto e alla larghezza generosa (75 cm) ho trovato la tavola molto più galleggiante e stabile del mio FSW che di litri ne avrebbe addirittura di più ( 113 ) . Il fatto che il volume non sia esagerato diventa un vantaggio quando in planata si cerca di spremere al massimo l’attrezzatura, la tavola risulta molto più facilmente controllabile, e anche in condizioni di chop difficile e incasinato come avevamo domenica, viaggia alta e confortevole, forse anche grazie alla pinna da 36cm che non è “mostruosa”. Credo sia proprio in condizioni “difficilotte” come quelle, che avere una tavola ed una vela facili diventa un vantaggio rispetto ad attrezzature 100% race; se non si è racer professionisti, si raggiongono più facilmente velocità importanti spingendo al 100% una tavola facile che al 70% una tavola da regata. In strambata bisogna un po’ farci il piede, far girare una tavola larga 75 è tutta un’altra cosa rispetto alle tavole a cui sono abituato, ma già al quarto/quinto tentativo tutto verrà naturale. Anche per quanto riguarda la vela, una bella 7.1 a 5 stecche, mi sono trovato subito a mio agio, una rotazione morbida ed un tiro progressivo e comodo da gestire, bastava allascare un po’ per entrare in planata, chiudere il gap sui piedi ed essere liberi di concentrarsi sull’assetto della tavola, e provare a raggiungere la velocità di punta. Va sicuramente citato il boma in carbonio, bello fermo e rigido che non disperdeva un briciolo di energia, la connessione perfetta tra windsurfer e vela.

Concludo questo mio test con alcune considerazioni personali: anche io faccio parte di quei windsurfisti che “vela piccola per forza”; io, per esempio, utilizzo come metratura massima una 5.8, che se pensiamo ai miei quasi 90kg non è di certo grande, molti amici si fermano addirittura a 5.0/5.3. Attrezzature facili e comode come queste fanno vacillare un po’ queste certezze; per carità, domenica avevo planato anche con la mia attrezzatura, ma il vento era in calo, ed era una planata un pochetto rubata e risicata soprattutto sul finale, avere con sè un kit di questo tipo può essere un asso nella manica per l’estate : lunghi bordi su acqua azzurra, boline, laschi e strambate, il materiale è cambiato molto, adesso è tutt’altro che pesante e ingombrante. Io sto iniziando a farci un pensierino….

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