Materiali

Matt & MaverX

By  | 

Testo Matteo Muraro. Come tutti sanno negli ultimi mesi le novitá in campo windsurfistico si sono fatte un pó attendere, da tanti anni sono “male abituato” a cambiare tutto il quiver, e la motivazione, si sa, quando si ha materiale nuovo, cresce a dismisura. Dopo l’arrivo delle nuove vele RRD Wave Vogue 2022 cercavo qualcosa per migliorare ancora le prestazioni del mio materiale e, su consiglio del buon Lorenzo di Windcam, ho contattato Claudio Cazzara di Reglass, produttore dei rinomati alberi Maverx.

Claudio, al telefono, mi ha dato un’ottima infarinatura sul mondo alberi, a me completamente sconosciuto, spiegandomi IMCS, pesi, rigiditá, diametri, percentuale di impregnatura del carbonio. Lascerei a Claudio in un prossimo articolo certe info per me troppo tecniche, ma io, figlio del marketing, sono stato comprato dalle sue spiegazioni in pochi minuti.

Giusto un mese fa ho ricevuto i nuovissimi Maverx Superleggero 2022, con la curiositá di provarli nelle condizioni tipiche della Catalunya: 5.3 – 5.6 wave float and ride (galleggia e surfa) dove anche la minima raffica conta e dove un peso quasi massimo (86 kili) come il mio deve approfittare quanto piú possibile di un rig leggero e prestante.

“Ahimé” dall’arrivo degli alberi ho fatto 13 uscite col ventone usando: 6 volte la 4.0, 7 la 4.5 e 4 con la 5.0 (spesso monto due vele durante la stessa uscita, per approfittare dello spot di Pals, abbastanza ballerino in tema vento).

La sensazione di leggerezza si prova giá prendendoli in mano, ho notato che devo tesare le vele 1/2 cm rispetto ai giá ottimi Dynamic Pro 100 RRD usati per tanti anni. La differenza dei Superleggero vs altri alberi RDM 100% carbonio non é tanto nel peso, che è indubbiamente quasi da record, quanto nel diametro ulteriormente ridotto al di sopra dell’innesto. Il top è veramente finissimo, e il carbonio, impregnato direttamente in Reglass con una quantitá di resina inferiore ai concorrenti, permette una risposta (ritorno dell’albero nella posizione originaria) sotto raffica e/o pompata veramente incredibile. Si nota quasi un effetto frusta, che rende la vela piú potente in pumping, piú stabile in andatura, e ancora piú rapida nello sventare quando si entra in surfata. Pur avendo la sensazione di un albero piú “rigido” ho notato che la vela respira meglio, e perdona ancora di piú gli errori dello spostamento delle mani e del peso in surfata, soprattutto durante il cut back.

Per farvi un’idea se gli alberi buoni usano il carbonio T700 e gli alberi top di gamma usano il T800, il materiale usato nel Superleggero potrebbe essere denominato T1000 🙂 . Quindi una prestazione generale di almeno il 20% superiore, e altrettanto la resistenza a spezzarsi nelle onde. Le pareti piú spesse aumentano sí l’indice di rottura, ma per contro l’inferiore quantitá di resina lo rende piú sensibile ai colpi in generale; tanto a secco come in acqua contro reef, rocce, scogli etc. Quindi si consiglia un’ulteriore attenzione nel trasporto.

Appena sta bomba di tramontana smetterà ed entreranno i classici 20 nodi di grecale vi racconteró delle prestazioni in condizioni “leggere”.
Matteo Muraro

 

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *