Test

TEST – TABOU DA CURVE QUADSTER 79 lt. – 2013

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Special Thanks Paolo / Windspirit.it

Misure 228 x 56 – 79 lt. – 6,4 Kg
Range Vele (3.7~5.7)
Costruzione: Flex Light Carbon Kevlar Construction
Pinne: Zinger – Anteriori 2 x 9 – Posteriori 2 × 15 – Slot Box

PRIMO SGUARDO

La grafica, in coerente stile Tabou, evoca motivi “pop art” che rendono il brand assolutamente inconfondile. Le vivaci colorazioni policrome della coperta e della carena appaiono “incorniciate” da una fascia perimetrale nera che copre interamente i bordi.
Anche il carbonio, le cui maglie si intravedono nella poche parti lasciate senza grafica, contribuisce a conferire alla tavola quel gioco di contrapposizioni che bilancia la follia di una grafica senza “freni inibitori” con il raziocinio di una costruzione che fà della robustezza e della leggerezza i suoi punti forti.
Per la seconda generazione quadster lo shaper Fabien Vollenweider, nella logica che quando uno shape riesce non va stravolto, ha apportato solo lievissimi ritocchi tutti concentrati nella zona poppiera. Le modifiche, quasi impercettibili ad occhio, sono consistite in una leggera limatura del volume e nell’introduzione di un lieve concavo al fine di aumentare ulteriormente il controllo in surfata. Infine, il nuovo processo costruttivo Flex Light Carbon Kevlar, ha reso le tavola ancora più leggera e solida rispetto alla precedente.

Strap: il posizionamento delle strap è stato molto curato per le innumerevoli regolazioni consentite.
A differenza della maggior parte delle tavole in commercio tutti i tasselli sono posizionati ad una distanza di 1,5 cm. (in luogo dei canonici 3 cm) in maniera da consentire il montaggio della strap sia a 13,5 (per una calzata “hawaiana” stretta alla base e larga sul collo del piede) che nella consueta calzata a 15 cm.
Per quanto riguarda la strap posteriore è possibile sia il posizionamento asimmetrico con vite di serraggio singola che il serraggio simmetrico doppio antitorsione. Per quanto concerne le strap anteriori è possibile avvitarle con due angoli rispetto all’asse della tavola: un angolo più interno, per chi predilige esclusivamente il wave riding, o esterno maggiormente duttile. I puristi potranno addirittura optare per una configurazione asimmetrica (esterna per saltare in uscita ed interna per surfare nel bordo a rientro.)

Pads: i pads dotati di comodi bumpers per assorbire gli impatti sono confortevolissimi sia in andatura che specialmente nei salti.

Pinne: la tavola viene corredata da 5 validissime pinne Zinger e 2 tappi chiudiscassa. Possiamo usare il set di pinne quad (2 pinne da 9 per le scasse anteriori e 2 pinne da 15 per le scasse posteriori) tappando la quinta scassa centrale oppure il set di pinne truster, al fine di ottenere un assetto trifin per le condizioni meno “pulite”, usando come pinne anteriori le 9 e come pinna centrale la 17, chiudendo ovviamente le scasse inutilizzate.
In realtà molti rider per l’assetto truster utilizzano come pinna posteriore in luogo della 17 la 15 per ottenere maggiore manovrabilità.

LA PROVA IN ACQUA – spot: Termoli (CB)

Mantenere l’imparzialità per un prodotto, il cui fratello minore, mi ha reso felice durante tutto il mese di agosto trascorso a Tenerife risulta davvero difficile.
In effetti il Tabou quadster 2012 74 è risultato sempre all’altezza della situazione in qualsiasi condizione di vento e onda.
Dalle numerose uscite con la 3,7 sovrainvelato a quelle con la 4,7 al limite, il piccolo quadster mi ha sempre fatto tornare in spiaggia con il sorriso sulle labbra.
Al ritorno dalle vacanze estive ho avuto la possibilità di usare questo nuovo quadster 2013 – 79 litri nello spot di Termoli, teatro ideale per provare accuratamente la tavola in wave riding.
Sebbene il litraggio di 79 litri, per un peso “piuma” come me (64 kg.), sia da considerarsi più idoneo alle condizioni light wind la tavola non è apparsa mai incontrollabile.
Nonostante le vele usate ( 4,7 – 4,2) la tavola ha confermato, anche nella misura più grande, le grandissime doti di controllo anche in sovrainvelatura. In surfata lo shape “indovinato” rende tutto molto semplice sia nella configurazione da me prediletta quad, dove il grip eccezionale consente bottom turn strettissimi rail to rail che in configurazione truster, un pelino più “loose” ma meno sofferente nei buchi di vento e dalla planata immediata.
Già dal primo bordo, nonostante il passo larghissimo tra le gambe (stance) subito si avverte una rassicurante familiarità.
Superare i frangenti, grazie al pronunciato scoop, è operazione semplicissima tanto che impattando la schiuma non di rado la tavola tende a staccare a volte anche in maniera improbabile dimostrando una notevole vivacità.
Per quanto concerne la doppia configurazione quad – truster disponibile ho potuto appurare, facendo diverse prove, che impegnando qualche minuto per trimmare la tavola prima di uscire è possibile affrontare nel migliore dei modi un’ampissima varietà di condizioni.
L’assetto truster mi è tornato utile prevalentemente con il vento leggero. In queste condizioni la tavola diventa molto planante e veloce.
Quando invece il vento è costante ed il tiro nella vela è assicurato il quad mi ha garantito un controllo senza limiti. Surfare con questa tavola è un vero piacere. E’ opportuno sottolineare che in quest’ultima configurazione, nonostante risultino un pelo pregiudicate la partenza in planata e la velocità comunque restano perfettamente in linea con le tavole di pari litraggio. Di certo la configurazione quad predilige le onde ed è proprio li che il Tabou Quadster eccelle: la discesa dall’onda, propedeudica al bottom turn non ravvisa mai incertezze, sbilanciamenti o perdite di aderenza, la tavola procede con la prua alta in attesa di essere indirizzata, mediante gli affilati rails, nella parte più ripida dell’onda. Basta cambiare il peso e spingere costantemente con il collo del piede e l’assetto quad garantisce, grazie al suo grip impressionante, archi di curva strettissimi alla massima velocità. L’unico limite è rappresentato dalla destrezza o meno del rider.
Vuoi per la distanza tra le strap molto ampia, vuoi per lo shape davvero eccellente, questa tavola consente sempre di essere radicali senza essere necessariamente dei pro.

SETTING

Il trim: Per quanto concerne il trim, una volta valutate le condizioni e quindi optato per la configurazione QUAD o TRIFIN secondo le mie prove e le opinioni scambiate con molti rider le configurazioni ottimali sono le seguenti:

Piede d’albero: dividendo la scassa in tre parti uguali, l’inizio del terzo segmento da prua (circa a 130 cm. da poppa) è il punto ideale per posizionare il track.

Pinne in assetto Quad: ho trovato come posizione ideale la posizione centrale per tutte le scasse.

Pinne in assetto Truster: le due pinne anteriori al centro delle scasse e la pinna centrale 2 cm più arretrata rispetto al centro (specie se si utilizza la 14 invece della 17).

Strap: strap posteriore al secondo tassello da dietro con larghezza 13,5. Verificare che l’asse immaginario che attraversa la tavola passando per il centro della strap combaci con la parte anteriore delle pinne posteriori (leading edge). Le strap anteriori le ho posizionate al primo tassello da dietro, a 13,5 sui tasselli interni.

In conclusione: Una tavola dal temperamento vivace nel wave restando sempre molto accessibile e consentendo di migliorare la propria tecnica di surfata.

Grazie come sempre a WHITE REEF DISTRIBUTION per la disponibilità.

Paolo De Angelis – Windspirit Team

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